Spesso quando si parla di fumo siamo portati subito a pensare al cancro del polmone e alla bronchite cronica che sono delle malattie sicuramente molto gravi, diffuse e con un grande impatto sociale. Non si parla quasi mai di malattie rare fumo correlate, che colpiscono meno di 5 persone su 10000 e che in effetti sono delle entità anch’esse provocate dal fumo ma come tali, solo perchè rare, sono ritenute inesistenti. Sono delle malattie che, se sottovalutate, possono compromettere seriamente la qualità della vita e spesso basta smettere di fumare per trovare presto sollievo.
LA BRONCHIOLITE RESPIRATORIA
Si tratta di una infiammazione dei bronchioli ovvero dei condotti sempre più piccoli in cui si dividono i bronchi. Questa infiammazione provoca dilatazione ed ispessimento delle pareti dei bronchioli stessi. Ciò frena la loro normale attività provocando in via definitiva un’alterazione degli scambi gassosi.
Le cause
Il principale responsabile della malattia è il fumo che svolge un’azione irritante, pro-infiammatoria sui bronchioli. Prova ne è il fatto che la bronchiolite respiratoria si manifesta soprattutto in fumatori ed ex fumatori e che la cessazione del fumo provoca in molti casi la regressione della malattia.
Chi colpisce?
Sono colpiti soprattutto gli individui non giovanissimi che fumano o hanno fumato in passato.
I sintomi
Sono rappresentati da comparsa di tosse secca o scarsamente produttiva associata a mancanza di fiato (dispnea) inizialmente quando compiono sforzi fisici, successivamente per sforzi più lievi.
Come si scopre?
Si valuta attentamente la storia del paziente che spesso è un fumatore o ex fumatore. Poi si passa ad esaminarlo dando grande peso all’ascoltazione del torace per la ricerca di eventuali rumori. Successivamente si eseguono delle prove di funzionalità respiratoria volte a valutare la capacità respiratoria, la diffusibilità dei gas e la resistenza allo sforzo (spirometria, DLCO, test del cammino). Si completa poi con una TC ad alta risoluzione ( esame eseguito senza mezzo di contrasto) che fornisce importantissime informazioni.
La cura
La terapia iniziale e più efficace è la cessazione del fumo. Già in questo modo è possibile ottenere un netto miglioramento dei sintomi. Inoltre è possibile ricorrere a terapia con cortisonici, che danno buoni risultati in molti casi.
ISTIOCITOSI X
L’Istiocitosi X o Istiocitosi a cellule di Langerhans è una patologia molto rara (in Italia 1 caso su 25000 abitanti), caratterizzata dalla presenza di lesioni distruttive contenenti una particolare categoria di cellule dette cellule di Langerhans, che sono presenti normalmente in gran quantità nell’epidermide e che sono impegnate nei meccanismi di risposta immunitaria.
causa
I dati attualmente disponibili indicano che l’Istiocitosi a cellule di Langerhans è risultato di una risposta del sistema immunitario ad uno stimolo con un meccanismo non perfettamente noto.
chi colpisce?
Esistono due forme di istiocitosi: le forme congenite che colpiscono prevalentemente soggetti giovani e le forme non congenite, legate prevalentemente al fumo di sigaretta, che colpiscono gli adulti.
I sintomi
Sono aspecifici, spesso rappresentati dalla presenza di tosse secca o scarsamente produttiva associata a mancanza di fiato (dispnea) inizialmente quando si compie uno sforzo fisico, poi per sforzi più lievi. Può associarsi una particolare forma di diabete detto insipido.
Lesione tipica
La lesione tipica è il granuloma (raggruppamento di cellule) costituito prevalentemente da cellule di Langerhans.
Dove si localizza?
le sedi più tipiche sono: cute, ossa e polmoni.
Altre: ipofisi (causa di diabete insipido), fegato, milza, linfonodi.
Diagnosi
Si valuta attentamente la storia del paziente che spesso è fumatore o ex fumatore. Poi si passa all’esame obiettivo del torace. Successivamente si eseguono delle prove di funzionalità respiratoria volte a valutare la capacità respiratoria, la diffusibilità dei gas e la resistenza allo sforzo (spirometria, DLCO, test del cammino). Si passa poi ad eseguire una TC ad alta risoluzione del torace ( esame eseguito senza mezzo di contrasto) che fornisce importantissime informazioni e delle radiografie delle ossa lunga e teca cranica. La diagnosi di certezza è possibile solo per mezzo dell’esame bioptico (prelievo di una porzione di tessuto) delle lesioni che risultano positive a particolari sostanze (CD1A ed S100).
Terapia
Per l’istiocitosi X polmonare è necessario innanzitutto smettere di fumare. Ciò basta in una buona percentuale dei casi a far regredire la malattia. In altri casi è necessario l’utilizzo di steroidi o immunosoppressori. Per quanto riguarda le localizzazioni alla cute se nodulari e localizzate si procede con un’asportazione chirurgica. Se le lesioni sono multiple è importante trattare le lesioni erose o ulcerate con impacchi di blandi antisettici. Nel caso in cui non esistano delle lesioni ulcerate si può assumere un atteggiamento attendista, considerando il fatto che le lesioni tendono a scomparire spontaneamente in poche settimane o pochi mesi. Per quanto riguarda l’interessamento osseo, il trattamento risulta necessario in caso di lesioni sintomatiche o se presenti lesioni in sedi critiche con rischio eventuale di compressione midollare o di fratture patologiche. Si può ricorrere alla chirurgia, oppure alla radioterapia a basse dosi.